La top ten delle canzoni ecologiste Di Orangeskies giovedì 23 aprile 2009 Le dieci canzoni più “ecologiche” di tutti i tempi, secondo il sito ambientalista americano bemoreeco: Dirty Water, degli Standells – Più di 40 anni fa, questa band di Los Angeles cantava una canzone di amore-odio per l’acqua di una città a 3mila miglia di distanza. L’acqua sporca di Boston è poi diventata uno dei temi della corsa presidenziale del 1988, mentre questa canzone è diventata un inno delle squadre cittadine. Gli Standells ora sono molto più vecchi. L’acqua ora è un po’ più pulita. E i Red Sox (squadra di baseball della città) spaccano. Mercy, Mercy Me (The Ecology) di Marvin Gaye: Petrolio negli oceani e nel nostro mare, pesci pieni di mercurio. Dopo il salto il resto della lista. Nothing but Flowers dei Talking Heads – Una malinconica visione di sviluppo al contrario: c’era un centro commerciale qui, ora tutto è coperto di fiori. Big Yellow Taxi, in origine di Joni Mitchell, ma suonata da molti, compresi i Counting Crows. “Avete pavimentato il paradiso per farci un parcheggio. Tapestry di Don McLean – Di solito lo si ricorda solo per “American Pie”, ma ha scritto anche questo bel messaggio, che suona come un presagio: Siamo avvelenati da ogni boccata d’aria che respiriamo dalla ciminiera scura di zolfo e dal serpente della nera autostrada. My City Was Gone dei Pretenders – Una storia dolorosa sulla distruzione di una città (Akron, nell’Ohio) e la creazione di sobborghi senz’anima. Non si riesce a capire come sia potuta diventare la sigla del programma radiofonico di Rush Limbaugh (commentatore politico americano ultra-conservatore). Dead Heart dei Midnight Oil – Peter Garrett, il cantante solista di questa band, ha poi cambiato lavoro. Ora è ministro dell’ambiente australiano. Altra nota d’onore: John Hall, cantante della band anni ’70 degli Orleans e protagonista del concerto No Nukes, è ora un membro del Congresso americano eletto nello Stato di New York. Where Do the Children Play? Dell’artista un tempo noto come Cat Stevens. Aveva smesso di suonare, dopo la sua conversione all’Islam, ma l’uomo che oggi si fa chiamare Yusuf Islam ha ricominciato di recente ad eseguire i suoi vecchi pezzi, principalmente per beneficienza. Oh Lord Don’t Let Them Drop that Atomic Bomb on Me – Come Percy Mayfield, anche la leggenda del jazz Charles Mingus uscì di testa per la Guerra Fredda, e nel 1961 registrò questo pezzo. Before the Deluge – Jackson Browne ha lavorato a lungo e duramente a favore dell’ambiente; questo è il migliore dei suoi molti pezzi che toccano l’argomento.